Immagine CDB - ai generated
Secondo la tradizione popolare veronese, intorno al XIII secolo, in città, in particolare tra i bimbi, era scoppiata una terribile ed incurabile epidemia di “male agli occhi”.
La popolazione decise allora di chiedere la grazia a Santa Lucia, con un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di S. Agnese, dedicata anche alla martire siracusana, posta dove oggi c'è la sede del Comune: Palazzo Barbieri.
Allora i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito, la santa avrebbe fatto trovare, al loro ritorno, tanti doni. I bambini accettarono ed iniziarono il pellegrinaggio; poco tempo dopo l'epidemia si esaurì.
In quella sera i bambini vanno a letto presto e chiudono gli occhi, nel timore che la santa, trovandoli ancora svegli, li accechi con la cenere. La mattina dopo, S. Lucia fa trovare loro il piatto colmo di dolci, fra cui le immancabili “pastefrolle di santa Lucia”, di varia forma (stella, cavallino, cuore…), nonché l'altrettanto immancabile "ghiaia dell'Adige" ed il "carbone dolce" per i bambini "cattivi". Le formine delle frolle scacciano il male e sono di buon auspicio.
Wikipedia
Grazie per aver visitato il blog!